Regia: Paolo Genovese
Anno: 2017
Dopo l’enorme successo di Perfetti Sconosciuti, il regista Paolo Genovese torna al cinema con un film dallo stile innovativo e particolare, che attraversa temi forti in un modo insolito ed estremamente interessante.
The Place, scritto da Isabella Aguilar e dallo stesso Genovese, è una pellicola drammatica e ricca di suspence e colpi di scena. A metà tra il dramma ed il thriller, sorprende lo spettatore e arricchisce il panorama cinematografico italiano grazie ad una sceneggiatura interessante e a scelte registiche nuove.
Il protagonista è un uomo senza nome, interpretato da un eccellente Valerio Mastandrea. Quest’uomo passa le sue giornate (e probabilmente anche le sue nottate, non ci è dato saperlo) all’interno di un diner dallo stile americano, accogliendo al proprio tavolino diversi personaggi. Ognuno di questi ha una storia particolare alle spalle e si reca da lui alla ricerca di aiuto. A rotazione, uomini e donne occupano la sedia di fronte al misterioso uomo.
Questi personaggi hanno una richiesta per lui. Richiesta che varia, a seconda delle esigenze e dei desideri dei singoli. L’uomo, controllando su una sorta di agenda che tiene sempre con sé, verifica se la richiesta in questione può essere o meno soddisfatta e dà a chi ha di fronte un compito da eseguire al fine di ottenere ciò che desidera. Non si tratta mai di un compito semplice. Al contrario, spesso il soggetto in questione deve andare contro tutti i suoi principi se vuole davvero raggiungere il suo scopo.
E lui? Chi è? Di che cosa ha bisogno? Sarà forse la cameriera del locale, interessata a questo strano soggetto, ad aiutarlo a cambiare il suo destino.
Cosa si è disposti a fare per ottenere ciò che si desidera? L’intero film ruota attorno a questa domanda, alla quale forse nessuno dà mai il giusto peso. I vari personaggi tendono ad incolpare l’uomo misterioso delle loro azioni. Lo giudicano un mostro, ma lui si ritiene solo una persona che dà da mangiare ai mostri. Spinge chi si presenta al suo tavolo a compiere azioni sbagliate, ma non costringe mai nessuno. Pone ognuno di loro di fronte ad una scelta. Sono loro a scegliere se andare o meno fino in fondo, sulla base dello scopo che hanno.
Tratto da una serie televisiva americana (The Booth at the End), andata in onda dal 2010 al 2012, The Place tratta in modo anomalo per il pubblico italiano temi tipici di un thriller. Non vediamo mai lo svolgersi delle azioni, ma ne immaginiamo le forme grazie ai resoconti che gli uomini e le donne riportano al signore misterioso. Questo dà ampio spazio alla fantasia dello spettatore, ritagliandoli il potere di immaginare un fuori campo molto vasto e ricco di intrecci.
La grandezza della regia e della sceneggiatura è resa anche grazie alla bravura dei protagonisti, tutti grandi personaggi della scena cinematografica italiana. Genovese deve aver scelto con cura i propri soggetti, in quanto ognuno di essi dimostra di essere l’interprete perfetto del proprio personaggio. Ogni cosa è disegnata dal regista nel minimo particolare, in modo tale da far confluire tutti i punti verso un finale che, ancora una volta, lascia lo spettatore libero di vagare all’interno di un vasto fuoricampo.
Un lavoro ben studiato e messo in atto in modo impeccabile. Una storia finalmente nuova che porta ancora una volta il pubblico a riflettere su se stesso e sul mondo.
Il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2017, dove ha ottenuto il successo che merita.