Regia: Matteo Garrone
Anno: 2012
Il ritorno di Garrone, dopo i fasti internazionali di Gomorra, con un film ricco di umanità e poesia.
Luciano è un marito innamorato, un padre affettuoso e un gran lavoratore che, un giorno, per accontentare una delle figlie, partecipa a un provino per il Grande Fratello: da lì comincerà un vero e proprio calvario che lo allontanerà da tutti e da se stesso.
A quattro anni dal Grand Prix del Festival di Cannes vinto grazie all’adattamento di Gomorra, Matteo Garrone torna con una sceneggiatura originale, scritta a quattro mani con Massimo Gaudioso, e torna a vincere di nuovo il prestigioso premio.
Al centro della narrazione ancora la sua Napoli, questa volta più colorata, appariscente, perfino barocca e spensierata che si ridefinisce attraverso l’ossessione che si impossessa del protagonista trasformando il film in una fiaba surreale, sospesa e intrisa di poesia. Atmosfere del tutto differenti quindi rispetto a Gomorra, che permettono al regista partenopeo di raccontare ancora una volta l’Italia di oggi con uno sguardo che riesce allo stesso tempo ad essere cinico e sognante.
Matteo Garrone realizza un film potente, intriso di poesia e umanità, che omaggia il grande cinema italiano che fu, dal neorealismo a Fellini anche attraverso uno dei luoghi simboli dei fasti del cinema made in Italy: Cinecittà, oggi cumulo di scenografie che cadono a pezzi (significativa la scena in cui il protagonista entra negli studi arrampicandosi su una fatiscente impalcatura appartenuta al set di Gangs of New York).
Da Fellini ai reality. Da set di capolavori riconosciuti in tutto il mondo Cinecittà si trasforma in set per i provini del Grande Fratello: perfetta parabola del tonfo culturale di cui oggi siamo spettatori. Oltre alla graffiante satira sociale, che sfiora il grottesco proprio come accadeva in Fellini, la cui ombra in Reality è sempre presente, Garrone tenta di illustrare la piaga derivata dai reality show, ma la condisce con troppi lirismi per risultare davvero realistica e convincente. Il film denuncia comunque come la lusinga della fama, possa rapidamente mutare in ossessione, devastando un uomo e un’intera famiglia.
Reality è il ritratto di un’ossessione che si impossessa di un essere insospettabile e lo allontana sempre più dalla realtà, in una caduta agli inferi, o come anticipato in una sorta di calvario, esemplificato dalla Via Crucis a cui assiste il protagonista prima del gesto estremo che lo salverà o lo condannerà.
Ottimo il protagonista Aniello Arena, detenuto del carcere di Volterra, diventato per Garrone un grandissimo interprete. Al suo fianco tanti caratteristi più o meno noti, alcuni dei quali già visti in Benvenuti al sud.
Quello di Garrone è un film da non perdere per riflettere sugli effetti della facile ricchezza e sul deperimento culturale e morale del nostro paese in cui, anche attraverso i reality, le nuove generazioni sono educate al solo apparire.
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