Regia: Olivier Nakache, Éric Toledano
Anno: 2012
“Driss, mi dica, secondo lei perché la gente si interessa all’arte?”
“Non lo so, è un business!”
“No. Perché è la sola traccia del nostro passaggio sulla terra.”
“Ma che stronzata, per 50 euro vado da Bricofer e gliene faccio venti di tracce del mio passaggio sulla terra. Ci metto anche del burro in omaggio, se vuole!”
(Philippe e Driss)
Rimasto paralizzato dalla vita in giù a causa di un incidente di parapendio, il ricco Philippe (François Cluzet) è alla ricerca di un badante personale. Assumerà d’istinto Driss (Omar Sy), un ragazzo di periferia che, agli occhi di tutti, sembra la persona meno adatta per questo incarico.
Dopo imprevisti ed incomprensioni iniziali, tra i due si instaura un rapporto di amicizia. Come l’unione di due realtà diverse: Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica.
Quasi Amici (“Intouchables”), rimasto a lungo nelle sale italiane, è tratto dalla storia vera di Philippe Pozzo di Borgo, raccontata nell’autobiografia Il diavolo custode.
Tra i due protagonisti si crea un rapporto di amicizia, comica, profonda e reale, che non sfocia mai in pietà per le condizioni di Philippe che finalmente riassapora la sensazione di normalità che aveva perso.
Tutta la storia è affrontata con un pizzico di umorismo e qualsiasi situazione tragica è accompagnata dalla leggerezza, dalla semplicità, dall’ironia.
“Siamo qui se serve, non ci muoviamo… soprattutto lui!” (Driss)
Come i personaggi sono uno l’opposto dell’altro così anche lo spettatore prova sensazioni opposte: risata e pianto. L’incontro tra due persone di due mondi completamente diversi: Philippe è un aristocratico ormai incapace di prendersi cura di se stesso; Driss è un ragazzo di origini senegalesi proveniente dalle banlieue e appena uscito di prigione.
Philippe sta cercando un badante, invece Driss ha bisogno di un lavoro o anche solo di una firma per i documenti per l’ufficio di collocamento. Dopo uno strano e improbabile colloquio, Philippe sceglie di mettere Driss alla prova per un mese. Con il tempo i due incominciano e imparano a conoscersi.
Driss conquista la fiducia del datore di lavoro, che non desidera altro che avere una persona accanto che gli faccia dimenticare il suo stato fisico e che non provi solo pietà.
La storia non segue l’ordine solito della commedia: non procede per incontro/unione/scontro/riconciliazione finale, ma ha un andamento più vagabondo, che accompagna la crisi del rapporto e le sue difficoltà senza forzare il realismo.
Il film inizia con una prolessi (flash-forward) in cui troviamo Philippe e Driss impegnati in una folle corsa per le strade di Parigi su una Maserati. Alla guida spericolata Driss, cercando di tirare su di morale Philippe, si prende gioco di alcuni poliziotti sfruttando la condizione di Philippe (col suo pieno consenso). Nella successiva analessi (flashback) scopriamo le origini del loro rapporto inizialmente lavorativo e dopo di amicizia.
I registi mescolano il tema dell’immigrazione con quello della disabilità, l’umanità con l’egoismo e l’istinto di sopravvivenza, il tutto accompagnato da ironia ed autoironia: chi trova un amico trova un tesoro.