Regia: Joshua Michael Stern
Anno:2013
“JOBS“? Un “MacFlop”.
Presentanto in anteprima al Sundance Film Festival 2013, Jobs delude le aspettative dei fans della Apple e del mondo del cinema.
Criticato per la regia di Joshua Michael Stern, criticato per l’interpretazione di Ashton Krusher, il film è semplicemente “lontano anni luce dalla reltà” come ha affermato il co-fondatore della Apple Inc. Steve Wozniak.
Jobs è un lungo flashback sull’ascesa di Steve Jobs e della Apple. Un montaggio di episodi dagli anni dell’università fino alla presentazione dell’iPod. Sono gli anni 60, gli anni delle rivoluzioni culturali, del Rock’n’ Roll e il giovane Steve Jobs frequenta il primo anno di college a Portland. Capisce subito che non sarebbe stato in grado di lavorare per nessuno. Inizia così a progettare il primo Apple con il suo amico Steve Wozniak e trova il suo primo grande investitore in Mike Markkula. Seguono la sua cacciata dalla Apple, il suo ritorno e l’introduzione del primo iPod.
Il film fallisce lì dove dovrebbe prestare più attenzione. Monta episodi sconnessi della vita di Jobs e omette di raccontare esperienze fondamentali nella crescita dell’imprenditore. L’adozione, il rapporto con il padre meccanico, la passione per l’elettronica, le prime esperienze di lavoro durante la scuola, il quartiere della Silicon Valley, le amicizie con personaggi carismatici che cercherà di emulare, l’acquisto della Pixar, John Sculley, la creazione di Next Computer, il ritorno alla Apple e l’iPhone. Il regista Joshua Michael Stern e lo sceneggiatore Matt Whiteley falliscono soprattutto nel ritrarre Steve Jobs: il suo carisma e la sua passione sembrano caratteristiche innate e alimentate da filosofie zen e lsd.
Steve Jobs un giovane nerd hippie e vegetariano che fuma erba nei giardini del campus e filosofeggia sulla realtà delle cose? Steve Jobs interpretato da un ex modello di Calvin Klein? Walter Isaacson si starà sicuramente chiedendo se valeva la pena scomodarsi per scrivere una biografia di mille pagine…
“The greatest education in the world is watching the masters at work.” Michael Jackson.
La storia del cinema possiede numerosi esempi di biopic ben riusciti. Lezioni di regia che un inesperto Stern avrebbe dovuto seguire alla lettera. “I Pirati della Silicon Valley“(1999, regia di Martyn Burke):uno dei film più completi in circolazione sulla storia della Microsoft e della Apple. Ottime interpretazioni di Anthony Michael Hall e Noah Wyle nei panni, rispettivamente, di Bill Gates e Steve Jobs. “The Social Network” (2010, regia di David Fincher): possiede un taglio più drammatico rispetto al precedente ma veritiero nel raccontare la creazione di Facebook. Jesse Eisenberg nei panni di Mark Zuckemberg è credibile. Sono da ricordare per l’eccelente interpretazione: “A Beautiful Mind“(2001) di Ron Howard e “Ray“(2004) di Taylor Hackford. Due film memorabili per l’interpretazione da nomination Oscar di Russell Crowe e Jamie Foxx.
La storia di Steve Jobs merita e meritava di essere diretta da un grande regista ed interpretata da un attore di primo ordine. Jobs è un film che non vale la pena vedere. Ma si consolino i fans: è in cantiere un nuovo Steve Jobs alla Sony Production e la regia sarà affidata a David Fincher.