Regia: J.J. Abrams
Anno: 2013
Un grande mito non muore mai. Soprattutto se rispolverato regolarmente da una mano innovatrice.
Star Trek rappresenta il mito fantascientifico degli anni ’90. Uno dei più complessi universi immaginari nella storia del cinema. Rievocarlo sembra destino di un regista visionario, con l’inclinazione a travolgere i limiti della realtà. Esattamente J.J.Abrams (Lost, 2004 – StarTrek, 2009 – Super 8, 2011).
Per la seconda volta, dopo il successo del reboot del 2009, Abrams chiama a raccolta la Flotta Stellare.
E con Star Trek – Into Darkness salpa per esplorare il buio più profondo.
La Terra è minacciata dalla furia di un superuomo geneticamente modificato. Dopo trecento anni di animazione sospesa, Khan (Benedict Cumberbatch) viene risvegliato dall’ammiraglio Marcus (Peter Weller), con lo scopo di sfruttarne il talento bellico e la forza invincibile. Marcus strumentalizza il superuomo tenendo in ostaggio il suo equipaggio. Un equipaggio non ancora risvegliato dalla stasi.
Ma arriva il momento in cui Khan si ribella trasformandosi da strumento a vera e propria arma di distruzione.
Il suo scopo è di ridestare l’ equipaggio, impareggiabile esercito volto al dominio globale. A renderlo ancora più forte è il sentimento che lo lega ad esso, che costituisce tutta la sua specie. Nell’intramontabile lotta per la difesa del pianeta ritroviamo il longevo equipaggio dell’Enterprise.
Un Capitano Kirk (Chris Pine) che da ragazzo impulsivo e scapestrato va assumendo la fisionomia di uomo maturo e consapevole, pronto a tutto per salvare la sua Flotta, nonché sua famiglia. Uno Spock (Zachary Quinto) alle prese con la sua metà aliena, esasperatamente razionale e logica, e con la sua grande metà umana, sentimentale e istintiva. I due si agitano in divertenti battibecchi e diverbi, dovuti alla diversità di carattere. L’Enterprise di sempre, per la gioia dei fan, dove ognuno ha il suo spazio di crescita, dove ognuno emerge a suo modo.
L’equipaggio multietnico e multirazziale per eccellenza si caratterizza in questo capitolo della saga per la grande dose di ironia. Ironia che stempera la tensione, diretta alle stelle. L’azione, accompagnata dall’abbondante impiego di effetti speciali, è continua e rende l’atmosfera elettrizzante.
In un susseguirsi di battaglie interstellari, panoramiche galattiche e visioni futuristiche tiene alta la tensione dall’inizio alla fine.
Sebbene il pericolo sia incombente e l’andatura del film sia in sovraccarico di impeto e dinamismo, Abrams trova lo spazio giusto in cui infilare le riflessioni interiori e gli scontri personali tra i vari personaggi. Tanto da permettere ai non-fan di conoscerli in modo meno approssimativo.
L’idea di spingersi nel buio più profondo è conquistata dall’alto tasso di tragicità e problematicità della vicenda.
Un punto a favore, che si distingue nel risultato complessivo, va proprio al motivo scatenante del dramma.
Benedict Cumberbatch, l’attore inglese ben noto per il ruolo di Sherlock Holmes nella serie tv Sherlock, ci regala un Khan incredibile. Personaggio controverso, totalmente indecifrabile ed enigmatico. Ingrediente ultimo e indispensabile in questo cocktail di teso coinvolgimento.
Il punto di partenza e lo scopo ultimo di Abrams è la compenetrazione dei suoi lavori con la mitologia primordiale di Star Trek. D’altronde accostarsi a quest’universo è, per i fan, quasi un sacrilegio. La responsabilità è tanta.
Ed effettivamente il regista, come aveva ottenuto con il primo capitolo, evita l’annullamento di quella continuità che la serie ha sempre proseguito. Non tradisce la saga storica nel contenuto e la celebra con una bravura tecnica, visiva e stilistica.
Non manca di confezionare una pellicola dove effetti speciali, colonna sonora e accuratezza nella trama colano a pennello su un mito tanto esaltato. E laddove lo spazio è l’ultima frontiera è giusto approdare con l’ultima conquista del cinema, il 3D. Lo spettacolo è garantito.
Si preoccupa, inoltre, di rendere piccoli omaggi al modello e al suo creatore riportando di tanto in tanto citazioni e frasi già pronunciate.
“Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima.”
Di sicuro Star Trek – Into Darkness deluderà i fan più integralisti e intransigenti, ma riesce a commuovere, trasportare ed appassionare un pò tutti. E coloro che si avvicinano alla saga per la prima volta non potranno trovarsi disinteressati ai capitoli che si sono persi.