Regia: Chris Sanders / Kirk De Micco
Anno: 2013
I Croods, un’animazione per la famiglia, che parla di famiglia. Scritto e diretto dal duo Chris Sanders e Kirk De Micco, il nuovo film Dreamworks riporta gli spettatori a milioni di anni fa per far intraprendere loro un viaggio attraverso i primi passi dell’evoluzione umana, in compagnia di sei spassosi cavernicoli.
Ultima famiglia superstite grazie a un padre iperprotettivo come Grug, i Croods conducono una vita nel buio della loro caverna, che abbandonano solo per cacciare. Con una compagna devota come Ugga impegnata ad accudire la piccola Sandy e un figlio di nome Tonco, troppo simile al papà, spetta all’altra figlia, l’adolescente Hip, il ruolo di sognatrice ribelle. Una macchietta di suocera completa il bizzarro nucleo familiare, senza però apportare l’attesa saggezza della terza età. Stanca dello scorrere del tempo sempre uguale, una notte, Hip segue una luce e s’imbatte in Guy, un ragazzo che vaga solitario con un simpatico animale da compagnia stretto attorno alla vita. Prima di congedarsi, Guy predice un’imminente catastrofe lasciando in dono a Hip una conchiglia da usare in caso di pericolo. Raggiunta dal padre, la fuggiasca non può evitare la punizione per avere disobbedito alle ferree regole della sopravvivenza. Il castigo s’interrompe però quando un terremoto distrugge la caverna e costringe i Croods ad affrontare il mondo là fuori.
Si sa. Può bastare un solo istante per rompere la routine. Che sia un istintivo desiderio di libertà o l’incontenibile forza della natura, quando ciò accade, gli schemi consolidati si infrangono e si è costretti al cambiamento. Vivere o sopravvivere, è questa la dicotomia di pensiero in costante scontro e confronto tra padre e figlia. Un rapporto difficile il loro, fatto di continue provocazioni e compromessi, ma non molto differente da quello con tanti adolescenti dei giorni nostri. Un tema questo già affrontato da Sanders, seppur con minor profondità e cura, in Dragon Trainer (How to Train Your Dragon 2010): in quel caso si trattava di un difficile rapporto tra un padre vichingo e il proprio figlio alla ricerca di legami stabili. Il tema della famiglia è sempre stato al centro della poetica del regista se si pensa all’ohana hawaiana di Lilo & Stitch (2002), classico Disney, che con uno stile diverso s’interrogava sui medesimi valori cari all’uomo.
Ciò che qui è diverso, rispetto ai lavori precedenti, è il linguaggio con cui Sanders decide di affrontare questi temi: ironico e spesso sarcastico, certamente più vicino allo stile della fortunata trilogia di Madagascar (Eric Darnell, Tom McGrath, 2005-2012). Se si pensa all’ultima animazione firmata Dreamworks Le 5 Leggende (Rise of the Guardians, Peter Ramsey, 2012), è abbastanza evidente un ritorno alla comicità slapstick per lo più giocata su un anacronismo creato da un solco temporale di milioni di secoli di evoluzione. Le due scene della fotografia preistorica ne sono un chiaro esempio. Più ricercate altre gag di scrittura come il motivetto di chiusura che ripete il simpatico Laccio nel corso del film. Si può apprezzare anche un attento lavoro sui dialoghi con un sottotesto rivolto a un pubblico adulto, capace di cogliere le sfumature delle dinamiche di rapporti parentali consueti; risulta assai divertente, e originale nell’essere così cinico, lo scambio di battute tra il genero Grug e l’insopportabile suocera.
Lo spettatore può godere ancora una volta di un 3D di ottima fattura che fa leva sul dinamismo di avvincenti inseguimenti e su scene con una profondità di campo costruite ad arte. Di questo passo però, insistendo su sequenze spettacolari nelle tre dimensioni, si corre il rischio di penalizzare la visione più tradionale in 2D, dove il grande spazio lasciato al virtuosismo estetico-visivo può rallentare eccessivamente la narrazione filmica. Una tendenza questa che potrebbe portare nei prossimi anni a un progressivo impoverimento della profondità di contenuto a favore della nuova forma altamente spettacolare.
In un’epoca in cui la forza d’animo dei sognatori come Hip è messa a dura prova e i rapporti familiari sono sempre più spesso soggetti ad analisi (o peggio psicoanalisi), I Croods, con la leggerezza di spirito di cui dispongono, offrono un’occasione per affrontare tutto questo con un sorriso che se non ha la pretesa di risolvere, di certo aiuta.