Half Nelson

Half Nelson

HALF NELSONRegia: Ryan Fleck
Anno: 2006

I grandi avvenimenti che cambiano la storia si verificano per contrasti e forze opposte. E’ uno degli insegnamenti fondamentali di Dan Dunne (Ryan Gosling), giovane professore di storia in una scuola media di Brooklyn frequentata prevalentemente da studenti afroamericani e ispanici.

Dan svolge con passione il proprio lavoro, cattura l’attenzione degli studenti facendoli ragionare con la loro testa, piuttosto che impartendo noiose lezioni suoi libri di testo. Dopo le ore di insegnamento si ferma a scuola come allenatore della squadra di basket. Al di fuori della sua classe le giornate di Dan procedono però amare e solitarie in una casa sottosopra quanto la sua vita, facendo i conti con la dipendenza dalla droga e stentando a trovare un equilibrio sentimentale, che forse lui stesso rifiuta.

Drey (Shareeka Epps) è un’allieva di Dan, una ragazzina che vive nei sobborghi della città, senza padre, col fratello maggiore in galera e con la madre assente da casa per cercare di tirare avanti come meglio può col lavoro. La ragazza, un po’ per la situazione famigliare e un po’ per necessità, comincia ad aiutare uno spacciatore del suo quartiere andando in giro a consegnare droga.

Un giorno Drey, dopo una partita di basket, coglie Dan mentre di nascosto fuma crack in un bagno della scuola; anziché reagire con impulso, la ragazzina dà una mano al professore in stato confusionale e da quel momento, in una sorta di tacita complicità, nascerà tra i due un profondo rapporto d’amicizia e aiuto reciproco.

Half Nelson si aggiunge al nutrito filone di film che trattano la situazione difficile di certe scuole americane, che affonda le sue radici in pellicole di carattere sociale che hanno sempre attirato l’attenzione del cinema, dal classico Il seme della violenza (Richard Brooks, 1955) passando per Pensieri pericolosi (John N. Smith, 1995) al più recente Freedom writers (Richard Lagravenese, 2007). Questo film si distingue però nettamente dagli altri che vedono il tradizionale scontro tra insegnante e allievi disagiati che poi in qualche modo vengono redenti, perché qui il professore non è affatto uno stinco di santo, ha un’esistenza sballata e non può certo proporsi come un modello di vita da seguire.

Passano anche in secondo piano la descrizione dell’ambiente sociale disagiato in cui vive la ragazzina e la problematica della droga; ci si fa un’idea dalle immagini, ma sono altri gli obiettivi principali del regista, che sceglie una strada diversa e più personale, quella del confronto tra due esistenze che per vari motivi si ritrovano a dover fare i conti con se stesse e con i loro contrasti personali, quelli tra un mondo di equità e diritti sociali, come insegna Dan ai suoi ragazzi, e la realtà squallida che sta attorno.HALF NELSON 2

Senza moralismi il film mostra la stima e il rispetto che piano piano nasce tra il giovane professore e l’allieva, accomunati da vite allo sbando e da scelte che quanto prima devono compiere; l’aiuto che l’uno dà all’altro è trattato senza sbavature e toni melensi, ma con stile sobrio e asciutto, come gli sguardi trattenuti e di profonda intesa che si scambiano i due personaggi, sguardi che parlano molto di più delle parole (spesso) non dette.

Nel corso della storia sullo schermo non ci sono più un adulto e una ragazzina, ma semplicemente due persone segnate dalla solitudine e da un disorientamento “esistenziale”, dove spesso è difficile dire chi dei due sia il più adulto. Il loro rapporto non ha nulla di strano o di sconveniente, perché alla base c’è la comprensione e l’umana necessità di stare uno a fianco dell’altra.

La sobria regia è affidata a Ryan Fleck, qui al suo primo lungometraggio, che firma anche la sceneggiatura assieme ad Anna Boden, già sua collaboratrice in precedenti documentari e corti. Un certo taglio documentaristico e “distaccato” è del resto evidente nella narrazione.

Ryan Gosling (Le pagine della nostra vita, Lars e una ragazza tutta sua, Come un tuono) difficilmente sbaglia un colpo nella scelta dei film e anche in questa pellicola si dimostra uno dei migliori attori della sua generazione per la recitazione misurata ed un personaggio fortemente interiorizzato. I ruoli da introverso e problematico sono quelli che più gli si addicono, dal poco conosciuto Il delitto Fitzgerald (Matthew Ryan Hoge, 2003) alla grande prova in Drive (Nicolas Winding Refn, 2011), e non a caso il ruolo in Half Nelson gli ha fruttato una nomination all’Oscar come miglior attore protagonista. La giovane Shareeka Epps (Mother and child) è straordinaria nella misuratissima interpretazione di un personaggio complesso e per nulla “fanciullesco”, che pare guardarsi attorno in un mondo a cui ha molto da chiedere, ma dal quale fatica a trovare risposte.

Come spesso accade, film “di nicchia” e indipendenti come questo stentano a trovare una distribuzione nelle sale italiane e pertanto ha avuto (per fortuna) una tardiva distribuzione solo in dvd. La pellicola vale davvero la pena di essere vista e recuperata nel mercato dell’home video o al primo passaggio in tv.