Ideatore: Noah Hawley
Anno: 2014 – In produzione
Tratta dal film culto Fargo dei Fratelli Coen (Il grande Lebowski, Non è un paese per vecchi, A proposito di Davis) e prodotto dagli stessi Ethan e Joel, è una miniserie televisiva sui toni del thriller/noir commedia nera. Permeata da humor grottesco e da situazioni paradossali, è la storia di Lester Nygaard (Martin Freeman, già visto in Sherlock creata da Steven Moffat e Mark Gatiss – il suo Watson è stato premiato agli ultimi Emmy – e nel film Love Actually di Richard Curtis), assicuratore del Minnesota insoddisfatto, oggetto di scherno da parte di tutti e sposato con una moglie asfissiante, che farà la conoscenza di Lorne Malvo (Billy Bob Thornton (L’uomo che non c’era, Babbo bastardo), assassino senza scrupoli e latitante che gli cambierà totalmente la vita, facendolo diventare anch’egli violento e coinvolgendolo nel suo malefico piano per spillare denaro ad un ricco proprietario di una catena di negozi. Sulle loro tracce si metteranno la giovane e intelligente agente di polizia di Bemidji Molly Solverson (Allison Tolman) e l’ingenuo agente di polizia di Duluth Gus Grimly (Colin Hanks).
Nonostante lo spunto iniziale fosse inarrivabile, questa miniserie (che riprenderà con un’altra stagione con i protagonisti che interpreteranno nuovi personaggi) è invece all’altezza e addirittura superiore al film per la messa in scena, per le scene ancora più crude e realmente avvincente e per avere degli elementi molto più da thriller.
A volte cade nei cliché e vuole essere provocatorio a tutti i costi facendo battute infelici (sul labbro leporino, ossia la labiopalatoschisi, patologia che crea – evidentemente – ancora troppi pregiudizi), alcune scene sono forzate, ma se si sta al gioco diventa dopo pochissimo così appassionante che si vorrebbero guardare tutte le puntate di seguito.
Ci si addentra immediatamente nella vicenda, senza tanti giri di parole (anche se ovviamente c’è un po’ di introduzione) e il primo episodio crea già dei presupposti succulenti per i successivi.
Ambientazione (le riprese sono state effettuate in Canada), personaggi, situazioni e musiche (di Jeff Russo) sembrano usciti direttamente dal film dei Coen, creando infatti dei paralleli e adoperando varie analogie (la valigetta sepolta nella neve, il raschietto da ghiaccio, l’abbigliamento del protagonista, la moglie scema) sempre coerenti con la trama.
Martin Freeman è un Lester perfetto: da pecorella sottomessa a lupo cattivo pronto a fare qualsiasi cosa pur di togliersi dai pasticci.
Ma il vero cattivo a dire il vero è lui, Billy Bob Thornton: uno dei delinquenti più inquietanti e subdoli che siano mai stati portati in una serie televisiva.
Allison Tolman per essere una novellina è credibile e adorabile nel ruolo di donna forte e l’unica persona in gamba della polizia del Minnesota.
Colin Hanks è altrettanto bravo ad interpretare un timoroso e imbranato poliziotto suo malgrado (avrebbe voluto diventare un postino).
Bob Odenkirk (Breaking Bad di Vince Gilligan, Nebraska di Alexander Payne) ha il perfetto ruolo del capo di polizia negligente e poco perspicace.
Keith Karradine (Nashville di Robert Altman, I duellanti di Ridley Scott) è il padre di Molly, ex poliziotto in pensione. Tipo calmo e giusto.
Tirando le somme è un prodotto godibile, pieno di tensione, realmente cattivo ma soprattutto scritto e diretto benissimo, tanto da sembrare un lungo film e una specie di sequel creato dai due fratelli (del Minnesota, guarda caso).
Meritato l’Emmy come Miglior Miniserie, anche se a dire il vero si scontrava con dei bei rivali.
Si auspica la messa in onda senza censure. Anche se soltanto la programmazione vera e propria sarebbe un evento.