Estranei

estranei di Andrew Haigh

ESTRANEI
Regia: Andrew Haigh
Anno: 2023

Adam (Andrew Scott), quarantenne gay in lotta col proprio passato e in bilico su un offuscato presente, vive una vita riservata e solitaria in un grande palazzo quasi disabitato alla periferia di Londra. Una sera si presenta alla sua porta Harry (Paul Mescal), che abita nello stesso edificio, in cerca di compagnia per una notte. Non si tratta necessariamente di un invito sessuale, ma della ricerca di un contatto umano, di qualcuno con cui unire la propria solitudine. Chiuso nelle sue abitudini che sembrano escludere nuove relazioni, Adam rifiuta e lascia alla porta Harry, ma come spesso accade il ripensamento è dietro l’angolo e tempo dopo tra i due nasce un’intesa fisica e un rapporto che potrebbe aprirsi a sviluppi. 

Adam torna spesso al paese fuori Londra dove è cresciuto e nella sua vecchia casa trova i fantasmi dei genitori, morti in un incidente quando aveva solo dodici anni. Il padre (Jamie Bell) e la madre (Claire Foy) appaiono ancora giovani, come all’epoca dell’incidente, e Adam finalmente si confida e si dichiara con spontaneità, cosa che non ha mai potuto fare con loro: parla di scelte, di relazioni, di ferite non ancora sanate nonostante gli anni. In quei momenti, in quel passato che rivive oggi, Adam ritrova il conforto dell’amore genitoriale, dal quale vorrebbe approvazione, e sente dentro di sé il senso di protezione degli anni infantili, come quando a Natale preparava l’albero in casa e si svegliava al mattino con mamma e papà.

Intanto il legame tra Adam e Harry s’intensifica e prende i risvolti di una vera relazione, ma Adam perde progressivamente il controllo della realtà, fino a quando si trova davanti ad una drammatica verità.

Apparentemente diversi, Adam e Harry sono due facce di una stessa medaglia: il primo è chiuso e frenato sul piano dei sentimenti, l’altro è estroverso e vive spontaneamente la sua sessualità, apre la sua vita ad Adam e apre lo stesso Adam alla vita. Ma le cose potrebbero non essere proprio come appaiono e i due uomini potrebbero essere accomunati da un vissuto simile. Il regista Andrew Haigh, che aveva già portato sullo schermo timori e incertezze nella relazione tra due ragazzi gay in Weekend (2011), riflette su una società incapace di comunicare e su un’umanità che soffre di disperata solitudine, spesso nascosta dietro l’apparente normalità di un sorriso. Il palazzo di vetro dove vivono Adam ed Henry, alla periferia di una Londra che vediamo solo da lontano, è il simbolo di una fragilità esistenziale che vive tra i muri di una casa e guarda la vita dalla finestra. Il film è attraversato da un costante filo di amarezza, di non detto,  che trova riscatto nei risvolti affettivi tra Adam e i suoi genitori e nel rapporto di esplicita e complice sensualità tra Adam e Harry. 

Il finale riporta tutto ad un drammatico presente, ma la colonna sonora ci dice che non finisce lì, con le sue note racconta in qualche modo l’essenza di Estranei. La pellicola ha come sfondo hit inglesi degli anni Ottanta che hanno segnato l’adolescenza di Adam, come Always on my mind dei Pet Shop Boys e The power of love dei Frankie goes to Hollywood, pezzi che sottolineano il messaggio del film aprendo le ultime immagini alla speranza. La forza dirompente dell’amore supera anche il dolore più forte e spinge a continuare a vivere.

Il film è liberamente tratto dal romanzo omonimo del giapponese Taichi Yamada (1987) e ha la sua forza, oltre che nella sceneggiatura scritta dallo stesso regista con riferimenti autobiografici, nell’interpretazione dei quattro bravissimi protagonisti, fra cui spiccano Andrew Scott (serie tv Sherlock), in una prova intensa e ricca di sfumature, un misurato Jamie Bell (ex piccolo ballerino in Billy Elliot, Rocketman) nel ruolo del padre e Paul Mescal (Aftersun), che dona struggente fisicità al suo personaggio in cerca d’amore.