Ideatore: Bryan Fuller
Prima stagione: 14 episodi, 2003
Seconda stagione: 15 episodi, 2004
Evitare all’anima il dolore della morte, sciogliendone il legame corporeo un attimo prima del decesso, prevenire il ricordo di un angoscioso trapasso durante l’ascesa spirituale al mondo ultraterreno, assicurando imperitura pace e serenità. Questo è il compito dei grim reaper (letteralmente macabri mietitori), gli assistenti della Morte.
La protagonista della serie (nonché voce narrante), Georgia Lass (Ellen Muth, la Selena St. George giovane de L’ultima eclissi, diretto da Taylor Hackford nel 1995 ed interprete di Inferno di fuoco, diretto da Steven Quale nel 2002) entra a far parte del macabro team suo malgrado, subito dopo una tragica dipartita.
George (come viene chiamata in famiglia) è una cinica, scontrosa e decisamente svogliata diciottenne di Seattle che, durante la pausa pranzo del primo giorno di lavoro, rimane vittima di un assurdo quanto ilare incidente che le varrà l’ironico soprannome di toilet seat girl. Verrà, infatti, colpita ed uccisa da un’incandescente tavoletta del water staccatasi dalla stazione spaziale MIR in fase di rientro.
Questa surreale fatalità è una classica espressione di quell’eccentrico humor nero di cui si nutre il progetto di Dead Like Me, tipico del sue creatore Bryan Fuller, che nel 2004 darà vita alla sua naturale evoluzione Wonderfalls ed in seguito, nel 2009, alla serie Pushing Daisies.
Georgia entrerà, così, in contatto con Rube John Sofer (Mandy Patinkin, conosciuto per il ruolo di Inigo Montoya nel film La storia fantastica diretto da Rob Reiner nel 1987 e per quello dell’agente speciale Jason Gideon, capo dell’Unità di Analisi Comportamentale nel serial televisivo Criminal Minds dal 2005 al 2007), un uomo di mezza età dai modi gentili e dal tono rassicurante, nonché suo futuro capo, che le farà prendere coscienza dell’avvenuto decesso mettendola al corrente della sua nuova vita da non-morta e di ciò che questo comporta.
Per scongiurare l’eventualità che venga riconosciuta, infatti, nocciolina (affettuoso appellativo datole da Rube dopo un’iniziale diffidenza) d’ora in poi avrà un nuovo aspetto fisico ed una nuova identità, quella di Millie Hagen. A garanzia di ciò, le sarà imposto il divieto assoluto (da lei ripetutamente ignorato) di avere contatti con la precedente famiglia, quella con la quale non era in ottimi rapporti al momento della sua morte, ragion per cui nutrirà grande rammarico.
I componenti del gruppo di grim reaper hanno tutti avuto una morte violenta, compreso Rube che muore nel 1927 in una sparatoria a seguito di una rapina.
Betty Rhomer (Rebecca Gayheart), che ha l’abitudine di fotografare le persone a cui rimuove l’anima, muore nel 1927 per un brusco impatto a causa di uno scoordinato tuffo da una scogliera; Keith Mason (Callum Blue), giovane tossicodipendente inglese col vizietto del taccheggio, muore nel 1966 trapanandosi il cranio (nel tentativo di procurarsi piacere) sotto effetto di droghe; Roxy Harvey (Jasmine Guy), di origine ispanica e dal carattere deciso, viene strangolata nel 1982 dalla coinquilina che voleva rubarle il brevetto della fortuita invenzione degli scaldamuscoli; Daisy Adair (Laura Harris), un’aspirante attrice che sostituisce Betty nella seconda serie, muore asfissiata nel 1938 in seguito ad un incendio sul set cinematografico di Via col vento.
Il gruppo si ritrova a fare colazione tutte le mattine sempre nella stessa tavola calda dove Rube consegna ad ognuno dei post-it sui quali è indicato il luogo, l’orario ed il nome della persona cui andrà rimosso il legame tra anima e corpo.
George si metterà in evidenza per la sua disobbedienza nel cercare di strappare alla Morte il maggior numero di vite possibile. Ma presto si renderà conto che tutti prima o poi devono morire e che giocare con la Morte può rivelarsi molto pericoloso.
Una piccola critica si potrebbe muovere al fatto che a svolgere il lavoro sporco, ovvero organizzare materialmente gli eventi che portano alla morte dei predestinati, non siano i mietitori bensì i graveling, piccole creature dispettose e orripilanti. Questi esseri, invisibili agli occhi dei vivi e simili ai gremlin, si creano in seguito alla trasformazione che subisce un’anima rimossa dal corpo di una persona non predestinata e che quindi non ha il permesso di raggiungere l’aldilà.
E’ come se gli autori avessero voluto evitare ai grim reaper l’onta di partecipare attivamente alla morte altrui. Certamente, questo contribuisce a conferire leggerezza alla serie, ma è una forzatura che è forse uno dei motivi alla base dell’abbandono da parte dell’ideatore Bryan Fuller.
In Dead Like Me la Morte fa da sfondo ad una serie di eventi e di racconti caratterizzati da un certo distacco e da tanta auto-ironia, che creano appunto un’atmosfera leggera e disincantata nella quale i personaggi si inseriscono in maniera perfetta, rendendo la visione gradevole e divertente.
Ma l’aspetto più simpatico sta nel fatto che la sempre imbronciata Georgia Lass, ex universitaria fuori corso assolutamente allergica a qualsiasi responsabilità, dovrà svolgere sia il lavoro di Angelo della Morte che quello di impiegata in una agenzia interinale chiamata Happy Time, che per ironia della sorte è la stessa in cui aveva preso servizio nel giorno della suo trapasso. Un doppio impegno, quindi, per la pigra e svogliata nocciolina. Chissà cosa direbbe il buon vecchio Earl Hickey, protagonista della fortunata serie My name is Earl creata da Greg Garcia tra il 2005 e il 2009 e vincitrice di ben cinque Emmy Award. Di sicuro ne avrebbe fatto una questione di Karma!