Celebrity Hunted: Caccia all’uomo è un reality show trasmesso su Prime Video prodotto da Endemol Shine Italy e basato sul programma britannico di Channel 4 Celebrity Hunted.
Un prodotto piuttosto innovativo che, grazie al coinvolgente format del reality, reinventa per il piccolo schermo l’antica e consolidata tematica del fuggitivo e dell’inseguitore che tanto ha dato a letteratura e cinema.
Celebrity Hunted è un adventure game con tre categorie di partecipanti. Le due, più scontate e classiche, sono composte dai VIP intenti a scappare e dai detective professionisti pronti ad acciuffarli. Ma c’è una terza categoria, meno attiva ma altrettanto coinvolta: quella del pubblico che grazie ad un ampio dispiegamento di telecamere riesce a seguire ogni mossa.
Le aspettative sono davvero alte, dato che si tratta della prima serie ‘non fiction’ targata Amazon Prime Video, una piattaforma streaming che ha dato i natali a serie originali, anticonvenzionali e innovative.
Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, il primo «real-life thriller» italiano
In una magica Roma, con le luci della città a fare da perfetto contraltare alle vicende, entra in scena un furgone nero, blindato, che sfreccia con circospezione dalle parti di Monti e Campitelli, vicino agli archi e alle volte del Colosseo.
Inizia così l’avventura di 8 personaggi famosi che hanno accettato al sfida partecipando al programma. Per quattordici giorni dovranno fuggire cercando di mettere in atto ogni astuzia pur di non farsi acchiappare da una squadra di cacciatori disposta a tutto pur di stanarli.
Ma chi sono i VIP che hanno partecipato a Celebrity Hunted – Caccia all’uomo? E i misteriosi cacciatori?
Le squadre
Le due squadre opposte tra loro dall’antica antinomia che ne sancisce, inaspettatamente, il vincolo sono composte da:
I fuggitivi
I protagonisti sono 8 concorrenti famosi, che vengono divisi in 3 coppie e 2 vip che competono come singoli. Hanno 14 giorni di tempo per far perdere le proprie tracce sapendo di poter contare solo su 70 euro prelevabili da un bancomat (rivelando la propria posizione); un telefono (ma non possono connettersi a internet) e l’aiuto degli amici (senza però sapere se siano dalla loro parte).
A braccarli, nel ruolo dei cacciatori, troviamo un team di professionisti del settore investigativo, con 5 squadre operative sul campo e il Quartier Generale che ha sede nella Lanterna di Fuksas sul Palazzo dell’Unione Militare a Roma.
La scelta del cast vanta nomi di primo piano che hanno ceduto per la prima volta alla tentazione di partecipare ad un reality: Francesco Totti e Costantino Della Gherardesca che gareggiano da soli, e Fedez e Luis Sal, Francesca Barra e Claudio Santamaria e Diana Del Bufalo e Cristiano Caccamo che partecipano in coppia.
I Cacciatori
La squadra di “cacciatori” è formata da una serie di esperti che, da una centrale operativa, seguono e analizzano ogni traccia o informazione sui fuggitivi, ma anche da alcuni detective sul campo che provano a seguire in prima persona le tracce dei fuggitivi per catturarli.
Una team di esperti, una squadra che, come spiega Amazon, è formata da «alcuni tra gli analisti e più noti investigatori professionisti, esperti di cyber security, profiler e human tracker provenienti dalle forze dell’ordine e dai servizi segreti militari».
Della squadra fanno parte anche un paio di studentesse di criminologia e uno studente in scienze comportamentali. Il team è guidato da Alfredo Mantici – ex dirigente del SISDE, il nome con cui erano noti i servizi segreti italiani civili fino al 2007 – e ne fanno parte anche un ex vicequestore della polizia francese e un paio di ex commissari di polizia.
Le squadre dei cacciatori sono formate da:
- Squadra Alpha: le investigatrici private Valentina e Simona Tarricone;
- Squadra Bravo: gli esperti di sicurezza privata e internazionale Alberto Lazzari e Pietro Marras;
- Squadra Charlie: Luca Rinaldi (Reporting Project Italy) e Stefano Ruraro, ex incursore del 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”;
- Squadra Delta: l’investigatore privato Roma Giuseppe Tiralongo ed Alessio Mascherana, esperto nel settore della sicurezza privata;
- Squadra Echo: Klara Murnau e Barbara Gaggiotti, rispettivamente investigatrice privata e consulente investigativo.
Provate ad immaginare: fuggitivi famosi, investigatori privati, esperti di cybersecurity e sicurezza privata… non evoca fascino, mistero ed adrenalina? Tra le vie della capitale entra in scena l’azione!
Il Regolamento
I Ricercati, divisi in tre coppie e due singoli, partendo dal Colosseo dovranno scappare in tutta Italia per 14 giorni.
Ad inseguirli un team di professionisti del settore investigativo organizzati in 5 squadre operative e coordinati dal Quartier Generale con sede nella Lanterna di Fuksas, sul tetto del Palazzo dell’Ex Unione Militare di Roma.
Le coppie hanno la possibilità di potersi dividere, e nel caso solo uno di loro venga catturato l’altro potrà comunque continuare il suo percorso. Il dodicesimo giorno, solo i ricercati riceveranno la posizione del punto di estrazione, e chi riuscirà a raggiungerlo senza farsi catturare vincerà il gioco.
Format serrato
Il format in ogni serie è importante: si tratta dell’idea di partenza in grado di imprimere carattere, innovazione e attrattiva. Ma mai come in questo caso la regia ed il montaggio sono funzionali alla buona riuscita della serie.
Intelligenza, intuito e azione sono infatti esaltati da una regia visivamente spettacolare, con un grosso dispiegamento di mezzi (18 operatori impegnati sul set, per un totale di 20 telecamere, 20 GoPro, 15 droni, 2 elicotteri con telecamere Wescam1, e una persino sull’idrovolante).
Il programma trae la sua forza da un montaggio serratissimo, realizzato grazie all’ausilio di droni e idrovolanti e da una fotografia che si adegua al momento vissuto dai protagonisti diventando calda o fredda a seconda delle occasioni.
Una tecnologia messa a disposizione delle diverse emozioni provate; in grado di esaltarle e permettere allo spettatore di percepirle nella loro interezza.
Vero più del vero?
Il programma di Amazon Prime Video si avvale di una struttura narrativa innovativa ed adrenalinica ma come mai, nonostante tutto, non ha conquistato il successo al quale mirava?
Il problema di fondo non sta tanto nella scelta degli attori/non attori protagonisti o nel dispiegamento di mezzi tecnici, quanto piuttosto nella mancata promessa con la fondamentale terza categoria di partecipanti: gli spettatori.
Gli amanti di cinema e teatro lo sanno: ciò che conta non è che sia vero ma che sia credibile. Regista e spettatore fanno una sorta di patto entrando insieme in una realtà alternativa che deve però avere delle regole in grado di reggere la storia.
Recensione Celebrity Hunted
Celebrity Hunted insinua il dubbio che tutto sia vero ma poi si tradisce proponendo un copione così perfetto e patinato da svelare le ombre dietro il copione. Tutto è troppo vero e, proprio per questo, poco cedibile o coinvolgente.
Piccoli errori come Totti che gira per Roma senza essere riconosciuto o, al contrario, i cacciatori che necessitano di una foto segnaletica per riuscire a riconoscere Diana Del Bufalo fanno storcere il naso. Si tradisce il patto di aderenza al vero che tutti i reality stringono con il proprio pubblico lasciando sentire lo spettatore come un passivo fruitore.
E, sempre a proposito di passività mi sento in dovere di dire che, un programma così innovativo e tecnologico come Celebrity Hunted, dovrebbe sfruttare i social permettendo, grazie ad una una fruizione in presa diretta, agli spettatori di commentare per sentirsi più coinvolti.
Forse l’identità è stata poco studiata: serie tv o reality in senso stretto? La chiave sta tutta lì, in un confine fin troppo labile in grado di rendere l’identità di Celebrity Hunted troppo fumosa ed indefinita.
C’è da dire che il format merita comunque la visione, anche solo per incentivare e scommettere sui nuovi linguaggi televisivi in grado di dare nuove emozioni.
Maratona Celebrity Hunted
La serie Celebrity Hunted ha si la pecca di far percepire come reale qualcosa che non lo è del tutto, e di far sembrare dinamico qualcosa che non sempre lo è ma, ammettiamolo, è intrigante e ben si presta ad una maratona TV.
D’altronde i tempi di visione sono uno dei suoi più grandi pregi: sei ore complessive che condensano le 500 ore circa di riprese, in grado di esaltare la dinamicità ed il patos.
Spesso si pensa che la tecnologia porti freddezza alla storia ma in questo caso credo sia il valore aggiunto in grado di esaltare, anziché raffreddare, le emozioni.
Non mi resta che augurarvi buona visione.