Anora

Anora

ANORA
Regia: Sean Baker
Anno: 2024

E’ uno dei film rivelazione del 2024, che fotografa con acuto realismo una certa società contemporanea. Anora (Mikey Madison) è una ragazza scaltra e priva di inibizione che vive con la sorella in un monolocale di Brighton Beach e di notte lavora come spogliarellista e ballerina di lap dance in uno strip club, intrattenendo un variegato catalogo di umanità. Una sera le viene affidato un cliente molto ricco, Vanja (Mark Eydelshteyn), giovane e viziatissimo figlio di un oligarca russo, e fra i due nasce un’immediata simpatia, tanto che lui la vuole rivedere al di fuori del locale, nella villa di famiglia, offrendole qualunque cifra in cambio di rapporti sessuali. Un bel guadagno per una spogliarellista senza grandi prospettive per il futuro, ancor più quando, giorni dopo, Vanja le chiede di passare una settimana intera come sua fidanzata per 15.000 dollari. Potrebbe addirittura nascere qualcosa di serio, pensa Anora, e così partono alla volta di Las Vegas, dove, in mezzo a dispendiosi vizi e abbandonati a sfrenate passioni, finiscono con lo sposarsi con una di quelle cerimonie “usa e getta” tra i rutilanti casinò losangelini.

Sembra quasi una favola, spinta agli eccessi e forse un po’ cafona nella sua ostentata “riccanza”, ma Anora, come una novella Cenerentola o una Pretty Woman, può finalmente lasciare il vecchio lavoro, preparandosi a vestire i panni della ricca moglie. Il rovescio della medaglia però non tarda a chiedere il conto, perchè in realtà qui si è ben lontani da una favola a lieto fine. Vanja infatti non è altro che uno dei tanti figli di papà che vivono alle spalle di facoltosi genitori e prendono la vita come un videogame, proprio come quei giochi da cui non si stacca mai davanti alla TV. Anora è il capriccio di un momento, a cui gira le spalle appena intervengono i genitori andati su tutte le furie che non accettano in famiglia una ragazza spiantata, giudicata una volgare prostituta.

Il film prende a questo punto una svolta narrativa con la fuga di Vanja e una rocambolesca lunga notte in cui Anora e due gorilla al servizio dell’oligarca si mettono alla ricerca del giovane lungo strade e locali di New York, con episodi in bilico fra commedia e dramma che terminano in un triste e amaro epilogo.

Premiato con la Palma d’Oro alla 77ma edizione del Festival di Cannes, Anora è la storia di una sfortunata, una giovane come tante che sopravvive come può in una giungla urbana come quella newyorkese e che cerca un riscatto sociale appena può. Ma è anche la storia dell’ennesima illusa, una giovane scaltra e smaliziata che tuttavia si lascia offuscare da una parvenza d’amore, sia pure un amore che passa dal sesso e dai soldi, perchè altra via probabilmente non conosce nel deserto di sentimenti che la circonda.

Sean Baker, regista e sceneggiatore della pellicola, già apprezzato autore di film come Un sogno chiamato Florida (2017), fa luce su una figura femminile tra le più interessanti del cinema degli ultimi anni, personaggio quasi felliniano, clownesca, tenera, sfacciata, ma disperata nel profondo. Notevole la performance di Mikey Madison, che presta anima e soprattutto corpo al suo personaggio, affrontando anche scene esplicite con grande naturalezza, mostrate sullo schermo senza moralismi. Sullo sfondo della storia c’è la comunità russo-armena di Brighton Beach e Coney Island, un mondo a parte dello scenario di Brooklyn, fotografato meravigliosamente – le piccole case, la spiaggia che si perde all’infinito, la ruota del luna park – e raccontato con realismo nelle sue tradizioni quotidiane.

Un film bello con personaggi pulsanti di vita vera ed una sceneggiatura solida che regge benissimo le oltre due ore di proiezione senza perdere colpi in un mix di ionia a tratti surreale e di commozione.