Ideatore: Ryan Murphy, Brad Falchuk
Anno: 2011
Se avete nostalgia dei vecchi film horror, quelli che vi facevano rimanere sotto le coperte per paura che proprio dietro la porta della vostra stanza ci fosse un mostro pronto a squartarvi o a fare giochi sadici con il vostro corpo, sicuramente non potete perdere American Horror Story.
Non osiamo immaginare quali incubi abbiano afflitto i due sceneggiatori, Ryan Murphy e Brad Falchuk, nel partorire una storia di terrore e misteri cosi accattivante, considerando la loro precedente creazione, Glee (2009), una serie televisiva di grandissimo successo che narra le vicende di uno gruppo di artisti sfigati.
La prima stagione racconta la storia della famiglia Harmon che, scossa dal tradimento da parte di Ben (irrequieto psichiatra interpretato da Dylan McDermott, già vincitore di un Golden Globe con la serie televisiva del 1997 The practice – Professione avvocati, di Dennis Smith, Jeannot Szwarc e Arvin Brown) nei confronti di sua moglie Vivien (Connie Britton nota per il ruolo Nikki Faber in Spin City, serie televisiva di Andy Cadiff del 1996, accanto all’immenso Michael J. Fox) decide di trasferirsi da Boston a Los Angeles per tentare di ricostruire una pace familiare ormai alla deriva.
Con loro la figlia Violet, una ragazzina disadattata con turbe psichiche. Il personaggio è ben costruito dalla giovanissima e promettente attrice Taissa Farminga. Taissa, in realtà, all’inizio rifiuta di seguire le orme della sorella Vera Farminga (nota attrice statunitense conosciuta per il ruolo della psichiatra criminale Madolyn in The Departed – Il bene e il male di Martin Scorsese del 2006), ma in seguito da lei si lascerà anche dirigere nel suo primo film da regista Higher Ground, che riscuote un notevole successo al Sundace Festival 2011.
Gli Harmon si troveranno ad acquistare una casa infestata dai fantasmi dei precedenti proprietari, la casa degli omicidi, che causerà loro non poche disavventure e sorprese poco piacevoli.
Complici degli strani avvenimenti anche la vicina Costance interpretata dalla due volte premio oscar Jessica Phyllis Lange (il primo vinto per la splendida interpretazione nel film Tootsie di Sydney Pollack del 1982 e il secondo nei panni di Carly Marshall, l’effervescente moglie di un ingegnere nucleare, interpretato da Tommy Lee Jones, nel film Blue Sky del 1994 di Tony Richardson) e sua figlia Adelaide, una bambina affetta da sindrome di down che offre alla serie uno spunto davvero dark.
La seconda stagione è invece ambientata in un famoso ospedale psichiatrico, Briarcliff, che noi oggi definiremmo un vero e proprio manicomio criminale, dove spesso i crimini vengono commessi da coloro che lo gestiscono e non dai pazienti stessi.
Messa da parte la famiglia Harmon, gli attori sono gli stessi della prima serie, in ruoli diversi ovviamente. È grazie al loro talento indefinibile che lo spettatore riesce a dimenticarsi delle precedenti identità per immedesimarsi totalmente nelle loro nuove storie di orrore.
Con un terrificante James Oliver Cromwell (il capitano George Stacy in Spiderman 3, diretto da Sam Raimi nel 2007, e il padre di Jane Austen in Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro, diretto da Julian Jarrold nel 2007) nei panni del dottor Arthur Arden, un sorprendente Zachary Quinto (attore e produttore che ha dichiarato pubblicamente la propria omosessualità dopo il suicidio di un ragazzo gay vittima di bullismo) nel ruolo del dottor Oliver Thredson, e un’ambigua e diabolica Lily Rabe nelle vesti di suor Mary Eunice, l’intera serie vi lascerà con il fiato sospeso per tutta la durata di ogni puntata.
Tra colpi di scena inimmaginabili e una regia degna dei più grandi direttori della storia del cinema, American Horror Story Asylum, è sicuramente la serie da non perdere.
Sul set nulla è lasciato al caso: le puntate vengono girate la settimana precedente alla messa in onda, regalando freschezza alla narrazione, e gli attori non improvvisano una sola battuta ma si attengono alla sceneggiatura fedelmente. Basti pensare che la raffinatezza e precisione del prodotto ha raccolto più di tre milioni di spettatori solo nell’episodio pilota rendendolo il più visto della storia del canale televisivo FX.
Un consiglio spassionato, guardatelo in lingua originale se potete, in Italiano è tutt’altra storia.