Nato da Tony Tarantino, attore e musicista, e figliastro del compositore Curt Zastoupil, Quentin Tarantino ha sempre avuto una certa dimestichezza con il suono. È definito regista dj per la capacità di fondere, nei suoi film, stili diversi; ma la nomenclatura da disc jockey è azzeccata anche per la maniacale attenzione che Quentin dedica alle composizioni musicali.
Il suo ultimo film, Django Unchained (Django Unchained, Quentin Tarantino, 2013), è la massima espressione del suo essere. Appassionato da sempre del cinema italiano, di Sergio Leone e di western in particolar modo, ripercorre tutte le tappe stilistiche rivisitate però in chiave Tarantino.
Il parallelo con il Django (Django, Segio Corbucci, 1966) italiano non esiste, poiché Quentin se ne distacca parecchio, pur celebrandone la grandezza concedendo uno splendido cameo a Franco Nero.
La perfezione stilistica del film è accompagnata da una linearità musicale curata ed appropriata. Molte delle canzoni presenti sono rubate a western del passato; il film vuole ripercorrere il genere, appoggiandosi sulla composizione acustica. Le note che suonano sono quindi quelle delle vecchie pellicole, del sound italiano degli anni 60-70, con alcune incursioni di black music.
La scelta di selezionare pezzi già editi, fatta da un maestro come Tarantino, non è assolutamente casuale; oltre ad essere un omaggio, aiuta la spettatore ad interagire con le scene e a catapultarsi nel clima western.
Tarantino ci proietta subito nella storia e lo fa in modo eclatante ed imponente.
La prima traccia che ascoltiamo è Django, presa dal film originale, di Luis Bacalov e Rocky Roberts; tre minuti di sonorità cavalcante ed epica che anticipano immediatamente le intenzioni del film.
La colonna sonora continua con citazioni a Lo chiamavano King (Lo chiamavano King, Giancarlo Romitelli, 1971), I giorni dell’ira (I giorni dell’ira, Tonino Valerii, 1967), Sotto tiro (Under Fire, Roger Spottiswoode, 1983) e Lo chiamavano Trinità (Lo chiamavano Trinità, E. B. Clucher, 1970).
Ovviamente non poteva mancare il del maestro del sound western Ennio Morricone.
Le edite incursioni si trovano nei brani The Braying Mule e Sister Sara’s Theme, da lui composti per Gli avvoltoi hanno fame (Two mules for Sister Sara, Don Siegel, 1969) e in Un Monumento, canzone composta per I crudeli (I crudeli, Sergio Corbucci, 1967).
Ma la grandezza del DJ Tarantino sta nell’aver saputo miscelare canzoni epiche con la contemporaneità, rendendo tutto fluido e mai stridente. Il regista inizia questa sua opera proprio dal maestro Morricone, a cui affida il compito di creare una musica originale. Alla traccia numero 16 si trova Ancora qui, unico inedito di Morricone del film, interpretata dalla cantante nostrana Elisa Toffoli.
Altra irruzione moderna, e spiazzante, è quella della musica rap; è Rick Ross, rapper del Missisippi, ad interpretare 100 Black Coffins.
Audace ma perfettamente riuscito è il duetto virtuale tra il grande James Brown e il maestro rap 2Pac, per la canzone Unchained.
Queste trovate ammiccanti confermano, qualora ce ne fosse bisogno, l’eclettismo artistico di Tarantino e la sua grande attenzione per il dettaglio musicale.
Non contento di questa prorompente compilation, il regista del Tennessee spazia ancora tra i generi, proponendo un gospel blues, dal titolo Freedom (sarà casuale il richiamo alla grande Aretha Franklin?) interpretato con grande forza da Anthony Hamilton ed Elayna Boynton.
Inevitabile citare la delicata classe di John Legend che dona al film un tocco soul con la sua bellissima Who Did That To You?
I commenti si sprecano per un lavoro così ben fatto ed integrato con le scene, anch’esse magistrali.
L’omaggio all’Italia e alla sua tradizione di film è riuscito alla perfezione, mostrando l’amore che Quentin Tarantino prova per questo cinema.
La compilation finale è scoppiettante e divertente e alterna momenti storici con grandi raffinatezze attuali; Tarantino consegna indiscutibilmente a Morricone lo scettro di re della musica western, coinvolgendolo con sonorità passate e presenti.
Un mix perfetto per un risultato stupefacente e appassionante, a riprova del fatto che Tarantino non sbaglia un colpo!
1. Winged – James Russo
2. Django (Main Theme) – Luis Bacalov, Rocky Roberts
3. The Braying Mule – Ennio Morricone
4. In That Case, Django, After You – Christoph Waltz, Jamie Foxx
5. Lo Chiamavano King (His Name Is King) – Luis Bacalov, Edda Dell’Orso
6. Freedom – Anthony Hamilton & Elayna Boynton
7. Five -Thousand-Dollar Nigga’S And Gummy Mouth Bitches
8. La Corsa (2nd Version) – Luis Bacalov
9. Sneaky Schultz And The Demise Of Sharp – Don Stroud
10. I Got A Name – Jim Croce
11. I Giorni Dell’Ira – Riz Ortolani
12. 100 Black Coffins – Rick Ross
13. Nicaragua – Jerry Goldsmith Featuring Pat Metheny
14. Hildi’S Hot Box – Samuel L. Jackson, Leonardo Di Caprio
15. Sister Sara’S Theme – Ennio Morricone
16. Ancora Qui – Ennio Morricone And Elisa
17. Unchained (The Payback/Untouchable) – James Brown And 2pac
18. Who Did That To You? – John Legend
19. Too Old To Die Young – Brother Dege
20. Stephen The Poker Player – Samuel L. Jackson
21. Un Monumento – Ennio Morricone
22. Ain’t no grave – Johnny Cash
23. Six Shots Two Guns – Samuel L. Jackson, Jamie Foxx
24. Trinity (Titoli) – Annibale E I Cantori Moderni