Regia: Stephen Chbosky
Anno: 2012
Protagonista di Noi siamo infinito (“The Perks of Being a Wallflower”) è un Non-Judging Breakfast Club del quale si può entrare a far parte con un abbraccio, ma si può uscire con una spinta.
È quello che succede a Charlie (Logan Lerman, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini, 2010) matricola introversa (il wallflower del titolo del romanzo sta appunto per tappezzeria), quando fa amicizia con due studenti dell’ultimo anno, Patrick (Ezra Miller)e la sorellastra Sam (Emma Watson). Il ragazzo sente finalmente di aver trovato il suo posto nel mondo, nonostante continui a guardarlo con occhi pieni di incredula meraviglia, ma con la stessa facilità rischia di venirne estromesso per sempre.
In questa cerchia non c’è posto per le etichette, oppure le si coniano ad hoc, come fa Sam – nuova variante dell’ archetipo indie della manic pixie dream girl – quando esclama “Benvenuti sull’isola di giocattoli disadattati”. Disinibiti e non convenzionali, ricchi e fascinosi senza essere glamour, i suoi nuovi amici trascinano Charlie da una interpretazione di The Rocky Horror Picture Show a una festa a base di brownies alla marijuana, da un ballo Sadie Hawkins a rivelatori momenti di obbligo o verità.
Noi siamo infinito, adattamento cinematografico del romanzo epistolare Ragazzo da parete, best seller di formazione paragonato a Il giovane Holden, è diretto dallo stesso autore del libro, Stephen Chbosky (“The Four Corners of Nowhere”, 1995). Il regista, al suo secondo lungometraggio, sceglie come sfondo la periferia di Pittsburgh degli anni ‘90, sua città natale, per sceneggiare le storie di disagio dei giovani protagonisti, senza cadere nel pruriginoso o nel melenso. Chbosky usa sapientemente testo e sotto-testo, immagini crude e momenti rivelatori, calibrando così intuitivi retroscena e poco digeribili realtà.
Fotogramma dopo fotogramma vediamo Charlie aprirsi oltre quel rapporto epistolare con uno sconosciuto destinatario, guardare al di là delle figure della sua famiglia, cominciando a strutturare una sua personalità, divorando i testi consigliati dal professore-mentore Paul Rudd, e usurando le compilation con le canzoni preferite di Sam.
Indiscutibilmente carismatici i tre protagonisti. Logan Lerman è perfetto nel ruolo dell’impacciato adolescente che che sgrana gli occhi ogni volta che si trova di fronte all’acerba seduttività di Emma Watson. L’attrice intriga senza trucchi di magia nel suo nuovo taglio di capelli, e forma uno splendido duo con l’eclettico Ezra Miller.
Presentato al Toronto International Film Festival nel 2012 e vincitore nel 2013 di due premi al People’s Choice Awards (Miglior film drammatico e Miglior attrice in un film drammatico a Emma Watson), Noi siamo infinito ha tutto ciò che di estremo c’è nel comune sentire adolescenziale. Delle vite dei protagonisti si può sentir risuonare l’eco, come note di una canzone all’autoradio correndo in un tunnel con la testa fuori dal finestrino. Del resto “A che servono le ali se non puoi nemmeno sentire il vento sulla faccia?” (City of Angels di Brad Silberling, 1998).
[adsense]