Regia: Francis Lawrence
Anno: 2013
Sequel dell’acclamato primo episodio della saga e caloroso arrivederci prima dell’ultimo capitolo, Hunger Games: La ragazza di fuoco riscuote un esorbitante successo nelle sale italiane come in quelle statunitensi.
Katniss Everdeen e Peeta Mellark, vincitori degli ultimi “giochi della fame“, hanno in programma un lungo tour di tutti i distretti per presentarsi agli spettatori e sfoggiare il loro conquistato successo. Una visita di Snow mette in guardia la protagonista che, sospettata da quest’ultimo dell’amore per l’amico Gale, è costretta a fingere ancora riguardo la storia fra lei e Peeta. Una serie di ribellioni hanno luogo nei vari distretti visitati dai vincitori, dove alle loro parole sincere sulla morte degli altri tributi il popolo risponde rispettosamente assicurandosi la violenza dei soldati.
Katniss intravede inoltre una Ghiandaia Imitatrice, simbolo e presagio di rivoluzione. E’ ciò che avrà inizio mentre saranno indetti i nuovi giochi, nei quali, in occasione dell’edizione della Memoria, Snow decide di imporre il sorteggio tra i vincitori passati. I due rappresentanti del Distretto 12 dovranno di nuovo combattere, e questa volta contro avversari esperti e in un’arena dettagliatamente ideata dal nuovo capo Stratega Plutarch Heavensbee. Nuovi sanguinosi ostacoli si apriranno agli occhi dei tributi, e ai quali la ragazza di fuoco sopravviverà dopo aver scagliato una delle sue freccie più fulminanti; ritrovandosi più tardi senza una casa, ma con una guerra appena iniziata.
Fresco e docile, si presenta un anno e mezzo dopo il primo film e fa un’entrata clamorosa passando per il Festival Internazionale del Film di Roma prima di approdare nelle sale. Rinnovato nel tipico stile di capitolo di mezzo, e inoltre, in nuove mani sulla cinepresa quali quelle del regista austriaco Francis Lawrence, già famoso per film post-apocalittici come Io sono Leggenda (2007) o adattamenti cinematografici di libri come in Come l’acqua per gli elefanti (2011).
Lawrence, ormai affermato anche per la fine della saga, dirige con determinazione questa pellicola mostrando l’interesse per buoni effetti speciali, che aveva già affrontato in maniera efficiente nel film con Will Smith. E’ palese la differenza con il prologo dei romanzi, in confronto al quale si presenta meno dettagliato e più soft; ma non per questo poco curato o di scarso effetto.
Sicuramente eccezionale è la solida presenza della protagonista interpretata alla perfezione dall’attrice premio Oscar Jennifer Lawrence. Giovane ma di esorbitante talento, la Lawrence risulta capace di esprimere al meglio la Katniss designata dalla Collins, tanto da sembrare sgattaiolata via dalle pagine e tuffatasi nella pellicola. In tutta la sua versatilità, ci permette di osservare una protagonista maturata e abile nel captare i vari segni che profetizzano un’amaro futuro, e si destreggia con eleganza al fianco del compagno Peeta, un timido Josh Hutcherson, che in questo episodio lunge totalmente da lei, negando persino se stesso.
Un elemento portante del film è sicuramente quello riguardante i costumi: quest’anno ancora più fantasiosi e finestra di un mondo futuro d’invenzione. Il loro modello indistinto è senza dubbio cucito nel personaggio di Effie Trinket, esuberante e sfarzosa Elisabeth Banks che ironizza per poco la scena. E’ lei che indossa i costumi più ingeniosi e strabilianti a opera, questa volta, di Trish Summerville. Anche simbolico e indistinto è il vestito di Katniss, rigorosamente da sposa, inscenando le sue finte nozze, che si trasforma incredibilmente in una Ghiandaia Imitatrice, esplicito significato attribuito alla protagonista.
In un’ambientazione quale quella degli Hunger Games, non possono che saltare agli occhi le varie scene di violenza che li caratterizzano, in quanto dimostrano l’effervescente spettacolarizzazione della guerra e del dolore. Saltano alla mente la nebbia velenosa e i suoi effetti, le scimmie assassine e lo stormo di ghiandaie; esattamente come il movimento cronologico dei vari pericoli e il definitivo attacco di Katniss contro l’arena.
Tanto rilassato quanto rinnovato, questo film si mostra un perfetto premonitore di una battaglia che proseguirà alla prossima uscita in sala.
Perciò non ci basta che aspettare e magari rivedere queste due clamorose trasposizioni, prima che Il canto della rivolta si faccia sentire.