Regia: Gennaro Nunziante
Anno: 2013
Dimenticare la crisi per poco meno di due ore. Guardare il lato positivo delle cose. Infondere un po’ di ottimismo nelle persone. È questo l’intento di Sole a catinelle, terzo lavoro cinematografico di Luca Medici, in arte Checco Zalone, derivato dall’espressione barese: “Che cozzalone!” (cioé che tamarro!).
E infatti, il suo personaggio è sempre il solito uomo cafone, furbo e creativo, ingenuo ma vitale e ottimista. Il regista Gennaro Nunziante organizza le scene in maniera ottimale, dando il ritmo giusto agli eventi sia con le inquadrature che col montaggio, mettendo il protagonista in condizione di dare il meglio di sè.
Checco (si chiama così anche nel film) ha una moglie (Daniela) e un figlio, Nicolò. Ha un lavoro fisso, ma proprio nel giorno in cui la moglie perde il lavoro, lui decide di mettersi in proprio vendendo aspirapolveri. Per un certo periodo gli va bene e inizia a comprare molte cose a debito.
Poi però la fortuna gli volta le spalle, giungono gli ufficiali giudiziari a casa per il pignoramento. Daniela, infuriata, lo lascia e lo caccia da casa. Decide dunque di andare in Molise, dove ci sono dei parenti a cui potrebbe vendere gli aspirapolveri.
L’estate è cominciata e può portare con sè il piccolo Nicolò, un bambino educatissimo e intelligente, che dapprima si annoia, ma poi vivrà un’esperienza fantastica da ricordare, entusiasta, dopo il ritorno a scuola.
L’incontro casuale con un ragazzo problematico e la giovane e avvenente madre francese darà una svolta alle sorti di Checco e della sua famiglia. Lei è infatti membro di una famiglia importante di industriali. Checco entra in contatto con gli ambienti dei vip, tra uno yacht, una partita a golf, piscine e perfino una loggia massonica. Lui però sotto sotto continua a pensare a sua moglie…
Zalone riesce a superare sè stesso: il film è molto divertente, si ride dal primo all’ultimo fotogramma. Di certo non si tratta di una pellicola raffinata, ma quanti film comici lo sono? Ben pochi. L’effetto da dare alla battuta prevale sul realismo, la leggerezza sui dettagli.
Lui è l’unico comico, in Sole a catinelle, gli altri sono buoni attori ma con caratteristiche un po’ diverse. A lui spetta il compito di far ridere e quindi ha anche il merito di reggere le sorti del film praticamente da solo.
Il personaggio di Checco è un inguaribile ottimista, e sebbene lui sembri avulso dalla realtà, alla fine avrà la meglio. Nel film vi è una critica, calzante, alla classe dirigente, che pensa solo ad arricchirsi non disdegnando mezzi illeciti. C’è anche una stoccata alla politica dell’austerity e dell’europeismo, che non tiene conto delle esigenze di commercianti ed imprenditori. Anche queste critiche vengono mosse con leggerezza e la comicità di Zalone sembra spiazzante, perchè non è mai troppo a favore nè di una fazione politica, nè dell’altra.
Il ministro Renato Brunetta della rifondata Forza Italia ha detto che si tratta di un film in cui rivive il vero spirito del suo partito. Ci permettiamo di dissentire: Checco Zalone , anche nelle sue gag televisive prende in giro sia centrodestra che centrosinistra e fa lo stesso nel film.
In questo è più lungimirante di colleghi come Benigni (al di là dei paragoni artistici): comprende che la risata deve essere universale, perché se ci si schiera, ride solo metà del paese. Zalone si rivolge alla gente comune, che ha bisogno di lavorare ogni giorno per poter tirare avanti.
Una scelta che lo ha premiato. Sole a catinelle ha già incassato 45 milioni di euro in tre settimane circa, ed è uno dei film che ha incassato di più nella storia della cinematografia italiana.
Non stupisce il succeso al botteghino: le battute nel film esorcizzano le attuali paure del popolo italico.
Per chi associa questo lavoro ai cinepanettoni e al trash anni Settanta, possiamo ribattere che di volgarità qui non ce n’è molta. Solo una o due scene sono un po’ di cattivo gusto ma non si vedono donne nude e non ci sono acrobatici doppi sensi come è avvenuto in passato.
Zalone piace molto anche ai bambini per la sua fisicità e le movenze che a tratti diventano quasi da cartoon (si veda la scena ad esempio in cui mangia il cibo vegetariano). Sole a catinelle è un film per tutti, e il suo autore Luca Medici è uno dei pochi comici che fa davvero ridere, dati dei botteghini alla mano, tra quelli venuti alla ribalta negli ultimi quindici/vent’anni.